Le Aloniche presenta il suo primo esperimento. Si nutre di una memoria collettiva, che si ritrova nelle melodie operistiche e nei contenuti proverbiali raccolti da Irene Maria Barberis.
Si sposta rompendosi e riallineandosi, soffre di vertigini, si sfasa.
Il lavoro parte dall’indagine dell’idea di alone come sfasatura, rimasuglio dopo il passaggio, contorno poco nitido.
La struttura della presentazione risponde alla messa in scena di appunti emersi dai primi giorni di studio.
Il metodo di lavoro prevede la partecipazione alle sessioni di prove di più interpreti e performer che, in modo alternato, portano avanti la materia, per poi passare il testimone ai prossimi che si troveranno a maneggiarlo, permettendo così al materiale di essere libero di rigenerarsi ogni volta, e al lavoro di essere abitato da più corporeità che ne moltiplicano le sfumature possibili.