
In un non-luogo sospeso tra realtà e follia, un uomo affronta un dialogo feroce con la madre, simbolo di una società che lo ha represso e spinto all’odio. Tra confessione e delirio, il racconto si snoda tra momenti di crudele ironia e lucida disperazione, svelando il peso dell’omofobia, del fanatismo religioso e del pregiudizio. Un viaggio disturbante e necessario negli abissi della mente di un serial killer di donne transgender, che porta lo spettatore a interrogarsi sui confini tra vittima e carnefice, amore e violenza, identità e paura. Sullo sfondo, un fruscio costante: il rumore bianco dell’ignoranza che tutto copre.