White Out offre un vocabolario coreografico specifico, risultato di una fusione tra danza e circo contemporaneo che riesce a restituire la spettacolarità di uno sport estremo come l’alpinismo. Segue la storia di una piccola comunità che segue un viaggio iniziatico. Parla della natura umana affrontando i temi della morte, della separazione, dell’ambizione personale, dei rapporti all’interno di un gruppo. La montagna è la metafora, la lente di ingrandimento all’interno di un gruppo che permette di osservare la natura umana da vicino. Moschettoni, funi e imbraghi, vengono sradicati dal loro utilizzo reale per dare vita a nuove possibilità coreografiche ed espressive. Gli sci diventano un oggetto dall’equilibrio instabile, originando una forma di movimento in perfetto equilibrio tra danza contemporanea e arte circense, che offre allo spettatore un’esperienza visiva intensa e originale. Nel rappresentare l’universo legato alla montagna, la fisicità è spinta al suo limite. Non c’è raffigurazione, né pantomima. Sono veri i pesi negli zaini, così come le difficoltà di ancorare i rinvii, lo sforzo di sostenere il peso in sospensione, quello degli altri corpi e di conseguenza la fatica e l’autenticità della presenza in scena.