redrum è un’operazione coreografica per cinque danzatori e un performer che riscrive il rapporto tra visione (spettatore) e palcoscenico (performance): in redrum il performer è danzatore, luce, sguardo oltre che compagno del pubblico stesso. L’azione non ha confini tra palco e platea. La coreografia è costruita attraverso un sistema compositivo aleatorio: ogni danzatore, insieme ai coreografi Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, determina una composizione di azioni ritmiche e atletiche basate su principi spaziali, ritmici e temporali, oltre che sull’immaginario della redrum (personaggi in un labirinto di ricordi e visioni). Per ogni danzatore viene definita un’identità coreografica specifica che esalta i tratti distintivi di ogni interprete. Ogni interprete ha un costume di scena che identifica un figuro. Una volta definite queste forze, si costruisce un percorso in cui l’incontro tra le azioni diventa un elemento casuale capace di innescare relazioni e immaginari imprevisti che vengono successivamente selezionati e messi a sistema. La luce è controllata a mano dai danzatori stessi: il performer si trasforma da corpo a sguardo indicando, attraverso la manipolazione della luce, cosa guardare e come. La sua azione luminosa diventa coreografica perché determina il peso dello spazio, delle ombre e dei corpi in azione. Lo sguardo si rivela attraverso la luce e le relazioni si moltiplicano.
redrum nasce dalla volontà di immergere lo spettatore all’interno di un universo fatto di effetti emotivi e riferimenti culturali, per spingerlo nel mondo immaginario che la compagnia ha sempre attraversato fatto di composizioni coreografiche, riferimenti cinematografici e spazi di arte visiva. Il formato è quello dell’installazione: lo spettacolo non ha un inizio e una fine, ma un’apertura e una chiusura. L’installazione dura tre ore al giorno. Il pubblico può rimanere all’interno dell’installazione per tutto il tempo che gli è consentito, può entrare, uscire, muoversi all’interno dello spazio o rimanere fermo. Può stare in piedi o seduto sul pavimento. Può camminare liberamente sul palcoscenico, muovendosi con cautela e avvicinandosi agli artisti con cautela, facendo attenzione a preservare il loro spazio. Può chiacchierare (controllando il volume della voce) con il suo vicino. Può andare e tornare dal bar.
Redrum è un luogo, uno spazio, un tempo.
REDRUM
nel foyer