La linea di confine che divide un comportamento etico da uno immorale non ha sempre un andamento lineare ed è funzione di opportunità e situazioni. Il protagonista Ferruccio, imprenditore del Sud, è orgoglioso della sua moralità. Una sola pecca si riconosce: la passione per Diabolik, che in fondo era un ladro. Una moglie arrivista, una sorella vittima di uno shock post traumatico infantile, un figlio bamboccione e un commercialista fin troppo amico completano il quadro della vicenda. Un fascino, che molte sceneggiature sfruttano, e che è frutto di un difetto di fabbrica del genere umano. Spesso siamo attratti dai cattivi! E allora così come la sua generazione aveva tifato per Diabolik, Lupin, Sandokan, corsari etc… ora i figli seguono nuovi protagonisti “scuri” usciti da Scarface, Gomorra, Romanzo criminale, Mare fuori… più crudi e violenti ma conseguenza dello stesso aspetto affascinante nei confronti di uno spettatore. Non è cambiato nulla? Forse! Un argomento insolito per una commedia che genera un maldestro thriller tutto da ridere! Tra gag, manie, fobie, grandi risate e riflessioni, vincerà la parte criminosa che è nascosta in ognuno di noi?