L’ebreo è uno dei testi più avvincenti di Gianni Clementi, nel quale albergano diversi temi storicamente legati a un tempo apparentemente lontano che risultano ancora oggi tristemente attuali. Ambientato a metà degli anni Cinquanta, con il dichiarato intento di indagare l’animo umano e il grado di aberrazione al quale si può arrivare pur di non perdere i privilegi acquisiti, parliamo, in fondo, di Denaro (all’alba di quel “Boom” economico che, per certi aspetti, ne rinvigorisce la sacralità), e del Potere che ne consegue e che diventa il “leit motiv” della società degli anni a seguire fino ai giorni nostri. In uno spettro ampio che va dalla commedia alla tragedia, la storia ruota intorno a due figure preminenti: il padrone ebreo, personaggio continuamente citato, mai fisicamente presente in scena ma avvinghiato alla coscienza di Marcello Consalvi, suo fedele ragioniere, e Immacolata, donna bellissima e volitiva, allo stesso tempo cinica e, a tratti, violenta, a sua volta vittima di un’infelicità latente che prova a mascherare con un’ostentata consapevolezza di sé. Il primo concede alla famiglia Consalvi una sorta di “sogno a tempo”, con la speranza di rientrare in possesso dei suoi averi una volta tornato. La seconda afferra quel sogno per cristallizzarne il tempo e farlo diventare solida realtà; attua, dunque, la scalata sociale cui da sempre ambisce, anche a costo di calpestare altre persone. Perenne carnefice del marito Marcello, la signora Consalvi non perde occasione per denigrarlo, anche davanti agli amici, buttandogli in faccia continuamente la sua inadeguatezza per il nuovo stato sociale. Con una grande attenzione ai ritmi (serrati e coinvolgenti) e alla musica (che porge il braccio alla prosa e, alle volte, detta i tempi dell’azione scenica), mettiamo in risalto il lato oscuro dei personaggi di una commedia noir che riesce a divertire (per le situazioni al limite del grottesco) e creare suspence, regalare sentimenti di tenerezza e finanche indignare (per la meschinità svelata dai personaggi), in una vera e propria ridda di emozioni verso un finale decisamente inatteso.
TEATRO COMUNALE D’ANNUNZIO
Viale Umberto I n. 43 – Latina
Botteghino del teatro: aperto giovedì e venerdì ore 16-19; sabato ore 10-13 e 16-19
E nei giorni di spettacolo da 1 ora prima
Biglietti on line su ticketone.it
Info: 0773 652642; teatrodannunziolatina@gmail.com
Abbonamenti
Prelazione abbonati: dal 22 agosto fino al 7 settembre 2024
Vendita nuovi abbonamenti: dal 12 settembre 2024
Platea: Intero 180 € – Ridotto 170 €
Palchi platea, I Galleria, Palchi galleria I ord: Intero 170 € – Ridotto 160 €
II Galleria, Palchi galleria II ord: Intero 150 € – Ridotto 140 €
Biglietti
Platea: Intero 27 € +d.p. – Ridotto 25 €+d.p
Palchi platea, I Galleria, Palchi galleria I ord: Intero 25 € +d.p. – Ridotto 23 €+d.p.
II Galleria, Palchi galleria II ord: Intero 22 € +d.p. – Ridotto 20 €+d.p.
Abbonamenti
Prelazione abbonati: dal 22 agosto fino al 7 settembre 2024
Vendita nuovi abbonamenti: dal 12 settembre 2024
Platea: Intero 180 € – Ridotto 170 €
Palchi platea, I Galleria, Palchi galleria I ord: Intero 170 € – Ridotto 160 €
II Galleria, Palchi galleria II ord: Intero 150 € – Ridotto 140 €
Biglietti
Platea: Intero 27 € +d.p. – Ridotto 25 €+d.p
Palchi platea, I Galleria, Palchi galleria I ord: Intero 25 € +d.p. – Ridotto 23 €+d.p.
II Galleria, Palchi galleria II ord: Intero 22 € +d.p. – Ridotto 20 €+d.p
con Nancy Brilli
e cast in via di definizione
di Gianni Clementi
regia Pierluigi Iorio
produzione Miele Movie e Teatro di Diana